Questo è il titolo che gli organizzatori hanno dato a un convegno che ha aperto l’anno accademico 2021/2022 dell’Accademia Vivarium Novum che si ripropone di studiare i classici greco-latini per individuarvi strumenti conoscitivi che possano aiutare l’uomo moderno ad aprire la strada a un’auspicabile rinascita. Ma dietro le dotte e articolate disquisizioni sul rapporto che ci lega all’Umanesimo, sono state affrontate questioni fondamentali per il mondo di oggi come la diffusione di un’ideologia nichilista, che sfrutta abilmente le moderne tecniche della rete, e la necessità di contrastare l’offensiva di un “pensiero unico” che, pretendendo di combattere le discriminazioni, intende invece imporre all’Occidente la visione radicale di un’infima minoranza.

Il convegno si è tenuto dal 26 al 28 novembre nella splendida cornice della Villa Falconieri di Frascati, attuale sede dell’Accademia Vivarium Novum. Hanno partecipato ai lavori, introdotti e commentati da Luigi Miraglia, importanti studiosi e docenti, italiani e stranieri, che hanno tratteggiato un quadro articolato della cultura umanistica, avendo però ben presente che l’Umanesimo non può essere inteso semplicemente come studio approfondito del passato, ma come ricerca di quegli strumenti culturali per replicare lo stesso percorso iniziato dai grandi studiosi e artisti che hanno poi dato vita al Rinascimento. Questo approccio è ben sintetizzato dalle famose parole di Gustav Mahler, citate durante i lavori, secondo il quale “la tradizione è custodia del fuoco, non adorazione delle ceneri”. E in effetti, non è comune sentire in un convegno, che tratta anche argomenti molto specialistici, il tono appassionato di chi percepisce la cultura umanistica come vitale per il futuro dell’umanità.

Proficui legami internazionali

Wang Caigui ha fondato l’Accademia Wen-li per far rivivere il metodo classico degli studi cinesi che si collegano anche alla tradizione umanistica dell’Occidente e collabora da tempo con le attività dell’Accademia Vivarium Novum.

Poiché lo scopo dell’Accademia Vivarium Novum è quello di proporre lo studio, l’insegnamento e la promozione delle lingue classiche, non dobbiamo sorprenderci che alcune delle relazioni siano state tenute in latino, la lingua con cui di solito si comunica all’interno dell’Accademia. Si rimane però molto colpiti dai saluti in latino fatti da alcuni studenti cinesi che, negli anni scorsi, hanno migliorato la loro conoscenza delle lingue classiche presso l’istituzione italiana. Da tempo, infatti, sono stati consolidati i legami con la Accademia Wen-li, una scuola confuciana fondata quasi vent’anni fa a Wenzhou, nella provincia di Zhejiang, da Wang Caigui, con lo scopo di rivitalizzare la conoscenza classica cinese ma interessata e aperta anche ai classici occidentali. Sabato 27 novembre, nell’ambito della sessione dedicata a “L’internazionalità dell’umanesimo”, Wang Caigui ha salutato i partecipanti ai lavori parlando in cinese, tradotto in latino da Xia Zan, un ex studente dell’Accademia Vivarium Novum.

Nella stessa sessione ha preso la parola il prof. Felix Kaputu, del Bard College at Simon’s Rock, New York, che ha fatto da tramite per stabilire i collegamenti tra l’Accademia con sede a Frascati e l’Università di Lubumbashi, nella Repubblica democratica del Congo. Il suo intervento è stato seguito da quello del prof. Maurice Amuri, docente dell’università africana nel Dipartimento di Lettere. L’università di Lubumbashi ha iniziato una intensa collaborazione con l’Accademia Vivarium Novum per migliorare il sistema educativo dell’ateneo africano. Nel suo intervento Jean-Marie Dikanga, decano dell’Università di Lubumbashi, ha illustrato il suo programma per la riforma dell’educazione in Congo. Secondo Dikanga, i classici hanno una funzione cruciale per migliorare le capacità critiche e di sintesi degli studenti, che devono anche fare passi in avanti nella loro capacità di tradurre dal greco e dal latino.

Queste dichiarazioni mostrano la ferma volontà dell’ateneo africano, nonostante le grandi

Maurice Amuri, docente nel Dipartimento di Lettere dell’Università di Lubumbashi nella Repubblica democratica del Congo sta operando attivamente per collegare la realtà della sua università con la grande tradizione culturale europea.

difficoltà in cui versa il Paese, di puntare sulla cultura per creare una generazione di studenti che, con l’ausilio dei classici, puntino a portare l’intero continente verso un futuro migliore. Vorrei fare un’ulteriore considerazione su questa collaborazione culturale per sottolineare l’approccio sbagliato dell’Occidente (principalmente per responsabilità degli Stati Uniti) che ha giocato la carta militare nel tentativo di “esportare la democrazia” in molte aree di crisi, fallendo miseramente. L’Accademia Vivarium Novum ha iniziato a collaborare con l’Università di Lubumbashi per rinnovare e migliorare il metodo di insegnamento e il curriculum degli studi greci e latini. È soltanto una goccia nel mare, ma indica qual è la direzione giusta verso cui dobbiamo procedere, visto che l’Europa si crogiola nell’idea di essere la culla della civiltà.

L’avanzata del nuovo Leviatano

Tra le molte e interessantissime relazioni che hanno affrontato Dante, Croce, il ruolo dell’Umanesimo, il latino come lingua imperiale, il tardoantico, Bruno, Erasmo e Lipsio, vorrei soffermarmi su alcune che, nell’approfondire il tema dell’Umanesimo, hanno anche cercato di stabilire un collegamento tra gli insegnamenti dei grandi poeti e filosofi del passato con i preoccupanti sviluppi odierni. Nel pomeriggio del 26 novembre mons. Marcelo Sanchez Sorondo, cancelliere della Pontificia Accademia delle scienze e della Pontificia accademia delle scienze sociali, ha tenuto una relazione intitolata “La dottrina dei trascendentali dell’essere: un cammino passato, presente e futuro”.

Forte di una solida preparazione filosofica, nel suo intervento mons. Sorondo ha sviluppato anche una serie di considerazioni sul tentativo di azzerare la nostra cultura e programmare un nuovo inizio, da lui chiamato reset, basato però su premesse che ignorano completamente la nostra tradizione umanistica. Mons. Sorondo ha affermato inoltre che quello che è stato chiamato “pensiero unico” non è una scienza ma un’ideologia della scienza che mira a ridefinire i valori della nostra esistenza, cancellando il trascendente dalla vita delle persone. Il prelato ha poi sottolineato i pericoli insiti nel concetto di “post-verità” e il fatto che le elites economico-finanziarie puntano a servirsi dell’intelligenza artificiale per rafforzare il loro potere.

Nel suo intervento di sabato pomeriggio, il prof. Eugenio Capozzi, docente di Storia contemporanea presso l’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli, ha trattato il tema “Esiste un nuovo umanesimo?”.

Mostrando esplicitamente che la questione dell’Umanesimo non è un problema astratto, che riguarda soltanto studiosi incanutiti con la testa rivolta al passato, il prof. Capozzi ha delineato le interazioni della cultura greca, romana, ebraica, cristiana che hanno portato all’idea condivisa di libertà e razionalità, cioè la capacità di agire liberamente seguendo la ragione. Questo è il processo che ha generato l’Umanesimo occidentale, in cui esiste una salda alleanza tra libertà e ragione, a cui si sta contrapponendo una nuova ideologia, figlia dello gnosticismo moderno. Secondo il prof. Capozzi, questa ideologia ha creato un mondo antropocentrico, da cui è stata eliminata la divinità e in cui l’uomo è diventato onnipotente. Ma, come ha ricordato il filosofo Augusto Del Noce, questa ideologia tende a degradarsi, passando dall’antropocentrismo al nichilismo.

Secondo il docente, dopo la caduta del nazi-fascismo e del comunismo, le elites occidentali hanno virato verso il relativismo radicale, come è stato definito da Benedetto XVI. Questo ha portato all’ipersoggettivismo che si contrappone all’universalismo umanistico, giungendo a una visione tribale dei diritti, che vanno riconosciuti a singoli gruppi all’interno della società, in grado di far valere i loro interessi particolari. In questo contesto si sono sviluppate nuove aree di studio come i cultural studies, i gender studies, la cosiddetta cancel culture che conducono a una ribellione contro le radici stesse della nostra civiltà. Il prof. Capozzi ha ricordato l’assurdità di un tale atteggiamento che ha portato a condannare, sulla base di criteri contemporanei, Dante, Shakespeare, Thomas Jefferson, il giurista che redasse materialmente la costituzione americana. Il docente ha concluso affermando che l’apertura verso gli altri non può comportare un attacco alle proprie radici, visto anche che le critiche sono rivolte solamente all’Occidente.

John Stuart Mill (1806-1873) è stato un filosofo, economista e importante esponente del liberalismo.

Nella stessa sessione, il sen. Gianni Marilotti, presidente della Biblioteca e archivi del Senato, ha sviluppato invece il tema “Riflettere sui fondamenti della democrazia”, toccando questioni di grande attualità e rilevanza politica. Ha esordito affermando che non bisogna assolutamente confondere il pensiero liberale/liberista con la democrazia tout-court e che questa è antitetica alla tecnocrazia. Il sen. Marilotti ha poi ammonito che anche un processo positivo come la digitalizzazione dello Stato può nuocere alla democrazia perché rischia di favorire l’individualismo esasperato, il ritirarsi nel proprio privato e non partecipare alla vita politica. Citando poi John Stuart Mill, il senatore ha parlato del pericolo di una “dittatura della minoranza” che tramite la propria influenza manipola la maggioranza degli elettori su temi che riguardano ristretti gruppi di potere ma non certo gli interessi generali del Paese. Ci sarebbero molte altre relazioni di grande interesse che non posso citare per ragioni di spazio; mi limito semplicemente a sottolineare come tutti gli interventi sono riusciti efficacemente a mettere in luce la vitalità e l’attualità degli studi umanistici di cui le lingue greca e latina costituiscono il nerbo fondamentale.

Galliano Maria Speri

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