I recenti inquietanti avvenimenti nello scacchiere europeo impongono una revisione dei Trattati e dell’intera politica interna dell’Unione.
Il tripode istituzionjale, Europa, Eurozona e Nato, sta mostrando i suoi limiti e i Paesi che ne fanno parte sono in profonda sofferenza. Le motivazioni sono spiegate nel volume dal titolo “Next UE”, a cura di Aldo Ferrara ed Efisio Planetta con Introduzione dell’On. Avv. Giuliano Pisapia e Prefazione dell’Avv. Sen. Felice Besostri, dove si avanzano proposte fattive e possibili sulle modifiche dei Trattati Europei, TUE e TFUE, da più parti invocate.
L’indicazione, insomma, è chiara: l’Europa deve essere più vicina ai suoi cittadini.
Il volume prende le mosse dal Manifesto di Ventotene, in origine intitolato “Per un’Europa libera e unita. Progetto d’un manifesto”, scritto da Altiero Spinelli e Ernesto Rossi nel 1941 con l’intervento redazionale decisivo di Eugenio Colorni, che ne scrisse la prefazione e ne curò la pubblicazione.
Tuttavia si traccia un possibile cambio di passo dell’UE in senso federalista regionale: recepisce il progetto di Altiero Spinelli ma consacrandolo in una versione regionalistica e federativa, l’unica che al momento possa soddisfare i bisogni, le idealità e le attese dei popoli e delle comunità regionali europee. Secondo una visione che si intreccia con quella socialista.
L’Europa si trova di fronte a sfide epocali come la transizione energetica in cui manca ancora una visione completa del futuro energetico che metterà a dura prova trasporti delle merci, materiali e immateriali, così come l’approvvigionamento energetico in un‘Europa la cui voracità è stata fatta coincidere con il suo sviluppo.
L’Europa è oggi squassata dalla questione, ancora irrisolta, delle migrazioni, ambientali e ed economiche su cui non ha saputo trovare un accordo politico. È un’occasione perduta per dare omogeneità di risposta al futuro demografico e politico-economico. Ed è una questione che va affrontata come è stato fatto per le Minoranze linguistiche, etniche e religiose.
Nell’Europa di oggi cova la cenere, più subdola e surrettizia, delle istanze regionali che da più parti – Scozia, Cataluna, Sardegna, Irlanda, Paesi baschi – possono esplodere da un momento all’altro.
La proposta del libro “Next UE” è quella di “far uscire il Continente dall’impasse in cui si è cacciato per voler perseguire solo una politica monetaria consolidando il bilancio commerciale, creando un’area ottimale valutaria ma trascurando la politica estera e la difesa comune e soprattutto le giuste rivendicazioni che dal suolo delle Regioni si levavano e si levano tuttora inascoltate, neglette, additate di irrealistiche rivendicazioni e soprattutto tacciate di richiamo all’insurrezione solo perché contrarie al pensiero unico europeo.”
Una proposta fattiva per riuscire a comporre le istanze regionali, le istanze commerciali e di sviluppo sui mercati globali, le istanze di libero scambio su base regionale anziché statale: con l’articolazione di una nuova Europa regionale.
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