Non va bene. Il secondo aeroporto più importante d’Italia, il cuore pulsante dell’area padana non può essere dedicato a un personaggio tanto divisivo qual è Berlusconi. Ci permettiamo di proporre una dedicazione alternativa: a Rosina Ferrario, la prima aviatrice italiana. Secondo la tradizione degli aeroporti legati ai pionieri dell’aviazione, come quello di Linate, intitolato a Enrico Forlanini. Sarebbe il primo aeroporto in Italia dedicato a una donna e permetterebbe a chi non ne conosce la storia di scoprire quanto anche qui da noi le donne abbiano ruoli importanti. Come negli USA Amelia Earhart, pioniera dell’aviazione cui la sua città natale, Atchison (Kansas) ha dedicato il proprio aeroporto. O come Indira Gandhi alla quale, seguendo l’altra tendenza di intitolare lo scalo a personaggi di assoluta rilevanza storica o culturale, è dedicato il più importante aeroporto indiano.

Perché non Berlusconi

La dedicazione dello scalo di Malpensa, avvenuta l’11 luglio 2024, più che altro ha il sapore di un colpo di mano compiuto dalla parte politica al governo oggi: un momento necessariamente transeunte. Ed è quanto di più lontano da una decisione patriottica. Perché quell’aeroporto, che ha conteso il ruolo di hub italiano al Leonardo da Vinci di Fiumicino e nel 2023 con oltre 26 milioni di passeggeri è stato il 22mo per volume di traffico in Europa, non è un semplice insieme di piste di atterraggio, hangar e servizi di supporto. È il portale che accoglie milioni di viaggiatori e, come la facciata di un edificio monumentale grande quanto tutto un territorio, dice loro dove giungono: il suo nome è il biglietto da visita di tutta una comunità e di tutta la storia che si porta dietro. Tutta la sua storia, non solo una parte.

Tra i passeggeri in arrivo – e saranno sempre più numerosi in futuro – ci saranno molti che hanno già sentito quel nome, altri invece si chiederanno chi sia Berlusconi. Andranno a controllare e che cosa troveranno? I molteplici contrasti di cui è stato portatore non scompariranno pur con tutta la pubblicità che potrà essere fatta a suo favore.

Si potrebbe pensare che proprio in tali contrasti egli rappresenti l’animo italiano: inventività e libertinaggio, imprenditorialità e arroganza, capacità di governo e contiguità con mondi non esenti da sospetti di vincoli mafiosi. Un po’ come dire: noi italiani siamo fatti così. Un biglietto da visita ch’è anche una confessione a conferma dei pregiudizi sul carattere italiano.

Ma la facciata che agli occhi del mondo rappresenta un vasto territorio non dovrebbe mostrare il meglio che questo alberga, e come questo sia orgoglioso di proiettare nel futuro quanto di più importante riconosce nella propria storia?

Gli altri politici

Il più grande aeroporto francese è dedicato a Charles De Gaulle. Da tutti riconosciuto come il padre della Francia odierna di cui ha forgiato la costituzione e il sistema economico. De Gaulle si è ritirato a vita privata con la sua pensione di generale delle forze armate francesi. Un personaggio di specchiata onestà dedito al servizio pubblico.

Uno dei più importanti aeroporti statunitensi è dedicato a Fiorello La Guardia. Non solo a lungo sindaco di New York, La Guardia fu aviatore combattente nella prima guerra mondiale. Repubblicano, collaborò strettamente col presidente democratico Franklin D. Roosevelt il cui successore, Truman, lo nominò nel 1946 direttore dell’UNRRA (United Nations Relief and Rehabilitation Administration). È universalmente considerato persona di specchiata onestà, sempre dedita al servizio pubblico. Un altro aeroporto di New York, il più importante della metropoli, è dedicato a John F. Kennedy: il presidente che tra i suoi molteplici meriti annovera quello di aver rilanciato il progetto Apollo dando impulso alla più importante opera spaziale sinora compiuta dall’essere umano: la conquista della Luna. Kennedy era democratico ma, così come il repubblicano La Guardia, è passato alla storia per essere un personaggio nel quale tutti gli statunitensi possono riconoscersi.

Il principale aeroporto spagnolo è quello di Madrid Barajas: è stato dedicato a Adolfo Suárez, il politico che guidò la transizione dal regime franchista al regime democratico contribuendo alla formazione della Spagna attuale con la Costituzione del 1978. Anch’egli una persona che, pur emersa come espressione di una parte politica, è universalmente riconosciuta per aver operato nel miglior interesse di tutta la nazione e in un momento storico delicatissimo e difficilissimo.

Qualcosa di simile si può dire di Indira Gandhi, la persona cui più di ogni altra è legata la transizione dell’India dalla condizione di ex colonia povera e arretrata a quella di Paese indipendente, moderno, sino a divenire oggi uno dei principali attori sulla scena internazionale.

Al paragone

Chi può pensare che Berlusconi col carico di atti di parte che si porta appresso possa stare al pari di tali personaggi? Tra le tante azioni da lui compiute a esclusiva difesa dei suoi propri interessi personali, va ricordato quanto fece per mettere a tacere le voci critiche che si levavano contro di lui. Per esempio con la spropositata opera propagandistica compiuta contro il manuale di storia per le medie superiori di Camera-Fabietti: il testo più diffuso negli anni ’60-70 poi affossato ajja fine degli anni ’90 dalla campagna orchestrata nell’accusarlo di filocomunismo perché in una delle sue ultime edizioni dedicava una pagina alla figura di Berlusconi, necessariamente elencando le svariate indagini giudiziarie di cui questi era oggetto in quel tempo. O con la campagna orchestrata nel 2009 avverso al direttore di Avvenire, Dino Boffo, perché nelle sue pagine era stato stigmatizzato il disinvolto comportamento sessuale berlusconiano. La punta di diamante di tale campagna furono alcuni articoli calunniosi pubblicati da il Giornale per il quale il suo autore è stato poi sospeso dall’Ordine dei giornalisti, ma solo dopo aver raggiunto l’obiettivo, portando il direttore di Avvenire alle dimissioni per evitare ulteriori beghe al suo giornale. Da allora quel sistema di propaganda intesa a ferire l’avversario per toglierlo di mezzo ha preso il nome di “metodo Boffo”.

Invece Rosina

Rosina Ferrario nel 1912 a bordo di un aereo Caproni. Foto da Wikipedia

Intitolare l’aeroporto di Malpensa a Rosina Ferrario starebbe al passo coi tempi. Son anni che l’Italia può vantare un’astronauta quale Samantha Cristoforetti: sinora l’unica italiana a viaggiare sulla stazione orbitale. Altre donne di altri Paesi hanno compiuto passi come i suoi. Altre seguiranno anche qui da noi. Ma Rosina Ferrario è stata la prima italiana a pilotare un aeroplano, in un’epoca in cui ancora la discriminazione era forte e ovunque diffusa. Proveniente da un’agiata famiglia milanese (e se di tali privilegi non avesse goduto, difficilmente avrebbe potuto pensare di diventare pilota) ottenne il brevetto nel 1913 e compì diversi voli impegnativi, anche in America Latina. Cercò invano di partecipare da crocerossina alla prima guerra mondiale in operazioni di supporto aereo per trasportare i feriti dal fronte alle retrovie, ma la sua proposta fu rifiutata perché la legge non prevedeva “l’arruolamento di signorine nel Regio Esercito”. Resta come la prima pioniera del volo in Italia.

Si può dire tuttavia che al di là del ristretto circolo degli appassionati di storia dell’aviazione nessuno la conosca. Intitolarle Malpensa permetterebbe non solo di attribuire a quest’aeroporto un nome di notevole importanza storica, al di sopra di qualsiasi sospetto. Ma anche di rendere noto a noi italiani, e a chiunque arrivi da fuori, un volto di grande dignità che chiunque può prendere ad esempio. Una figura il cui impegno le famiglie possono auspicare che le proprie figlie seguano.

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