Farà discutere, come già lo sta facendo, il nuovo numero del settimanale marocchino “Al Watan Al Ane”. Si potrebbe ribattezzare “una guerra a colpi di vignette e rappresentazioni”, quella che vede protagonisti Francia e Marocco. Se in copertina del Charlie Hebdo è comparso il Profeta Maometto, su quella del giornale arabo invece, è comparso il presidente francese Hollande con tanto di divisa nazista, svastica e baffi. Non ci sono dubbi, il fotomontaggio è di “dubbio gusto”, come commentano alcuni giornalisti.
E’ evidente la somiglianza al leader nazista Adolf Hitler, anche perché il titolo è abbastanza chiaro : “I francesi vogliono far rinascere i campi di concentramento di Hitler per sterminare i mussulmani?”.
Il settimanale è uscito il 29 gennaio e ne sono state stampate 12000 copie. Anche se, molti trovano l’uscita inopportuna, c’è chi il gesto lo trova più che nobile. A commentare è il direttore di Al Watan Al Ane, il più volte sospeso Abderrahim Ariri : “ E’ un campanello d’allarme per la classe politica Marocchina e Francese.
Dopo l’attentato contro Charlie Hebdo abbiamo raccolto molte testimonianze che ci indicano che l’islamofobia ha raggiunto proporzioni inquietanti in Francia”. Si assume tutte le responsabilità dunque anche se, sa bene, che la vicende potrebbe presto essere discussa in una aula di tribunale poiché la copertina andrebbe contro l’articolo 52 del codice della stampa marocchina.
Prevista una pena da un mese ad un anno di reclusione più il pagamento di un ammenda, per chi commette offese pubbliche a capi di stato stranieri. “Poco importa”, dice il direttore, “Il giornalista deve scuotere l’opinione pubblica.
E’ una denuncia all’olocausto virtuale che stanno subendo i mussulmani in Francia”. Secondo Abderrahim Ariri, i mussulmani in Francia, starebbero vivendo sotto minaccia, in continua tensione, temendo di poter, in qualsiasi momento, essere vittime di un atto criminale nei loro confronti. “Il governo Francese non li protegge sufficientemente come fa con gli Ebrei” – continua – “La Francia prepara il paese a privare i musulmani dei loro diritti se tutto continua così”. Parole durissime contro il governo che replica attraverso il ministro degli affari esteri Fabius : “A pochi giorni dalla cerimonia di commemorazione del 70esimo anniversario della liberazione dei campi di Auschwitz, trovo questa comparazione con la Shoah scioccante e costernante”.
In effetti, come spiega la direttrice di TelQuel, Aicha Ajalay, la prima pagina non è altro che “la traduzione del malessere che vive la società marocchina. Un malessere dovuto sopratutto all’associazione che viene fatta tra i mussulmani e i terroristi”.
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