Biodiversità e sviluppo sostenibile sono due argomenti strettamente correlati tra di loro, l’uno non esclude l’altro. E’ noto a tutti che il nostro è un pianeta sofferente, stretto nella morsa di un inquinamento logorante che sta cambiando nettamente il clima terrestre e non solo. Un logorio climatico che influisce anche sulla popolazione terrestre umana e animale.

La Terra, è popolata da miliardi di esseri umani e da un numero di specie animali compreso tra i due e cento milioni. Per vivere dobbiamo respirare: inspirare ossigeno ed ispirare anidride carbonica. Ma dal momento che a respirare sono innumerevoli miliardi di esseri umani e animali, come mai l’ossigeno non si esaurisce e l’aria non si sovraccarica di anidride carbonica? La risposta sta nei cicli del carbonio e dell’ossigeno, l’intero processo produce vegetazione e aria pura in maniera pulita, efficiente e silenziosa, opera di un grande progetto divino, anche se ci sono vari pareri e teorie in quest’ambito.

Viene naturale chiedersi, cosa ne sarà del nostro meraviglioso mondo e ognuno cerca di contribuire con accorgimenti che possano migliorare per non continuare a distruggerlo. I temi ambientali sono strettamente connessi con il mondo della scienza, dell’agricoltura, dell’urbanistica e dell’architettura, attraverso attività a tutela e valorizzazione della biodiversità, la manutenzione dell’ambiente e del paesaggio e la gestione sostenibile del suolo.

In Italia ad esempio si è sperimentato, in particolare a Milano, un nuovo modello di densificazione in altezza del verde e del costruito all’interno della città, un concetto che già conosciamo tramite l’architetto razionalista Le Corbusier.

Un progetto promosso dall’architetto Stefano Boeri “Il Bosco Verticale”, ai margini del quartiere Isola. Boeri racchiude l’idea progettuale nel suo libro “A vertical forest” cioè “Un bosco verticale”, un tentativo di introdurre nell’architettura un concetto non molto presente: la biodiversità, anche se in precedenza un’altra archistar mondiale l’aveva fatto, in un contesto ben diverso dall’Italia.

Frank Ghery, ha realizzato anni fa un biomuseo a Panama che racconta la biodiversità con l’intento di far conoscere le bellezze di quello straordinario lembo di terra in America Latina. Ritornando al progetto di Boeri, l’edificio non è stato pensato unicamente per essere abitato da esseri umani, ma anche da altre specie: uccelli, insetti.

Nel contempo, è un sistema che ottimizza, recupera e produce energia aiutando a costruire un microclima che produce umidità e ossigeno, costituendo un importante polmone verde all’interno della città.  La presenza della copertura boschiva permette anche un mutamento continuo della facciata “la pelle dell’edificio” a seconda lo scandire delle varie stagioni.

 

 

The Flying Gardeners from The Architecture Player on Vimeo.

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