Di Sandro Servadio

Il 26 novembre 2017 a Cernobbio, sul Lago di Como, ha aperto al pubblico una nuova e originale realtà culturale: si tratta del “Museo di Villa Bernasconi”, che intende proporsi sia come attrazione turistico-culturale, sia come contenitore di eventi, di proposte e di incontri che si colleghino alla storia della Villa, impiegando nuove tecnologie che consentono un approccio “interattivo” ai visitatori.

LaVilla risulta uno dei più preziosi esempi di stile Liberty in Italia; è arricchita da decorazioni opulente, originali, a volte persino surreali (tipiche di quel periodo storico): ma qui si ispirarono all’attività imprenditoriale del Committente (imprenditore serico) e pertanto sono composte da motivi naturalistici legati alla produzione della seta (bachi, farfalle, foglie di gelso).

L’immobile (un vero gioiello fresco di restauro) diventa ora fruibile dal pubblico, con continuità; non si tratta di una casa-museo (poiché molti arredi e dotazioni originarie vennero dispersi) però tutte le attuali dotazioni (arredi, boiserie, infissi, tendaggi, vetrate e decorazioni) risultano conformi a quelle originali o quanto meno a quelle coeve.

Il Comune di Cernobbio, che ne è proprietario, ha deciso di recuperare le radici e l’identità della Villa, utilizzandola come “Museo 3.0” dedicato al tessile, con l’obiettivo di proporla come polo culturale di riferimento per tutto il territorio comasco, e come “spazio attivo, coinvolgente e dinamico” per accrescere la visibilità delle moderne attività del settore, che sono tradizionali di queste zone.

Lo stile architettonico della Villa differisce radicalmente da quello delle altre residenze coeve della zona, sia nella pianta, sia nelle decorazioni: all’epoca della costruzione (1906) infatti venne criticata perché “non c’entrava nulla” con le altre dimore “di prestigio”, le quali presentavano uno stile eclettico, e venivano utilizzate per la villeggiatura stagionale.

Questa Villa era invece utilizzata come residenza stabile, e il suo stile (che pure stava per diffondersi, e costituiva un esempio di “modernità”) era ancora ritenuto strano all’epoca della costruzione. In un articolo de “La Provincia Illustrata” pubblicato nel 1906, la Villa non risultava inclusa fra le residenze cernobbiesi più pregevoli (Villa Pizzo, Villa d’Este, Villa Erba), ma veniva solamente associata alle “Tessiture Bernasconi”, impresa di tessitura serica riconosciuta come il principale fattore di prosperità del paese.

Il periodo storico. All’epoca Cernobbio era già dotata di illuminazione pubblica, gas e tramvia, ed era una affermata meta turistica per l’aristocrazia e l’alta borghesia europea e americana, e vantava alberghi lussosi.

L’ing. Davide Bernasconi contribuì in modo determinante con la sua impresa allo sviluppo e alla ricchezza di Cernobbio: infatti trasformò quel che era un piccolo villaggio di pescatori in un attivo centro industriale. Giunse ad occupare circa 2000 dipendenti, vi realizzò perfino un suo villaggio operaio, attuando quindi una politica industriale ( come tanti altri tra i più illuminati imprenditori di fine Ottocento) per migliorare le condizioni di vita e la produttività delle maestranze, contribuendo pertanto a trasformarne profondamente la vita e il lavoro, e a modificare significativamente la società.

I “villaggi operai” furono straordinari esempi di microcosmi autosufficienti (al confine tra mondo contadino e mondo industriale) dove la vita dei dipendenti e delle loro famiglie ruotava attorno alla fabbrica, dove si tentava di conciliare le esigenze del padrone con quelle della classe subalterna, dove il primo “regnava dal suo castello”, provvedendo “paternamente” ai bisogni dei dipendenti dentro e fuori la fabbrica, (“dalla culla alla tomba”,) anticipando così le tutele sociali che sarebbero più tardi divenute prerogative dello Stato nazionale.

Dopo aver adottato (tra le prime imprese italiane) i telai meccanici da tessitura, le “Tessiture Bernasconi” riuscirono ad esportare in tutto il mondo la loro produzione di qualità, e ad assumere un importante ruolo innovativo, che trainò tutto il distretto serico locale.

Nella Villa si sono susseguite svariate, successive utilizzazioni: residenza dei Bernasconi , sede di varie Imprese, sede della Guardia di Finanza, sede del municipio, luogo dedicato a mostre ed eventi, e ora viene infine attrezzata a museo!

Il progetto. Davide Bernasconi nel 1900 commissionò il progetto della sua Villa al giovane architetto Campanini (uno dei progettisti più in voga del periodo) che la disegnò (in conformità coi gusti che allora iniziavano a diffondersi col nome di “Art Nouveau” o di “Stile Liberty”) curandovi ogni dettaglio, senza lasciare nulla al caso, e facendone una casa alla moda, dotata di tutti i comfort all’avanguardia (riscaldamento, gas, luce elettrica, tapparelle di legno alle finestre, garage per l’automobile: vi fu parcheggiata la prima auto a Cernobbio! ).

All’epoca alcuni, ammirandola, scrissero che la “villetta in stile floreale” era un “gioiello d’arte e di freschezza”; in effetti si trattava di una casa moderna, a pianta quadrata, ove era bandita ogni ricerca di simmetria e di regolarità, e vi si escludevano punti di vista statici e unitari.

Venne completamente ricoperta da decorazioni in cemento, con forme di piante e animali, che ripropongono sia il ciclo vitale del baco da seta, che i frutti della pianta del gelso (e richiamano così le attività imprenditoriali del committente); son soggetti che costuituiscono un caso unico nel panorama del Liberty !

Il Museo Villa Bernasconi

Il Museo appena inaugurato costituisce il fulcro di un progetto chiamato “Liberty Tutti“, che è stato sviluppato dal Comune di Cernobbio, in partenariato con la Cooperativa Sociale Mondovisione, con contributi finanziari della Fondazione Cariplo e della Regione Lombardia, e con il coinvolgimento di numerose istituzioni museali e culturali del territorio.

Scopo del “progetto” è di gestire in modo ”sostenibile” la Villa Bernasconi, coinvolgendovi sopratutto i giovani (in termini di creatività e di professionalità) per incentivarvi l’utilizzo delle “nuove tecnologie” nelle istallazioni interattive.

L’allestimento, curato dell’arch. Luca Moretto, è stato concepito per offrire uno spazio confortevole al visitatore, e per farlo immedesimare nella narrazione storico-museale, mediante rimandi alle relazioni fra passato e presente, con particolare riguardo ai temi della moda e del design, che sono temi caratteristici e peculiari del territorio Comasco.

Non si tratta dunque di un museo nel senso tradizionale del termine, bensì di una esperienza fatta di suggestioni e connessioni guidate: un percorso innovativo e interattivo, tra contenuti multimediali, oggetti e documenti storici (spesso prestati da collezioni museali e private), o tra esperienze multisensoriali (curiosare nei cassetti, assaggiare qualcosa di dolce, rispondere al telefono…).

Il progetto museale coinvolge il visitatore come se fosse un ospite dell’edificio, che può muoversi liberamente tra le stanze, senza essere vincolato da un percorso predeterminato: il visitatore si muove liberamente in ambienti ”domestici”, alla scoperta della storia e delle persone che vi hanno abitato a partire dal 1906 (anno in cui fu completata la costruzione) fino a oggi, potendo utilizzare come supporto moderne soluzioni, sia tecnologiche che di “design”.

Al piano rialzato viene raccontato il contesto (storico, artistico e culturale) del periodo di edificazione dell’edificio (la “Belle Epoque”) del quale testimonia le trasformazioni (sociali, economiche, culturali ed estetiche) e lo spirito di modernità.

Nella hall una istallazione d’arte contemporanea (a cura di Arte&Arte) accompagna il ricco apparato ornamentale Liberty che caratterizza lo scalone centrale.

Quello che era originariamente l’ingresso, è la stanza ove è possibile ammirare al meglio i decori che caratterizzano Villa Bernasconi; ora è divenuto il luogo dedicato all’approfondimento del Liberty: lo spazio è arredato con un salottino d’epoca in cui i visitatori potranno sedersi, rilassarsi, e consultare libri e multimedia per approfondire tematiche legate all’Art Nouveau .

In quello che era originariamente il salotto, viene raccontata la vita culturale all’inizio del XX secolo. Questo spazio in particolare offre ai visitatori la possibilità di ascoltare riproduzioni musicali dei primi del Novecento. Per ricrearvi l’ambientazione dell’epoca, la Pinacoteca Civica di Como concederà in prestito, a rotazione, una quadreria (che verrà appositamente selezionata). Vi verranno esposti dipinti che richiamano atmosfere bucoliche e paesaggistiche, secondo lo stile e la tendenza dell’epoca (certamente conformi ai gusti dei Committenti).

Anche quella che era la sala da pranzo riproduce la “vita sociale” che si svolgeva nella Villa, per mezzo della proiezione di immagini che ricostruiscono una “cena d’epoca”.

Al piano primo viene rappresentata la storia dell’imprenditore Davide Bernasconi e della sua azienda “Tessiture Bernasconi” (da lui fondata nel 1899, e rimasta attiva fino agli inizi degli anni ’70 del XX secolo) mediante installazioni interattive; due opere artistiche vi rappresentano il ciclo di vita del baco da seta (che è rappresentato anche nei decori esterni della villa) e un “telaio da tessitura” artigianale moderno vi propone la tradizione nel campo tessile.

I visitatori potranno provare a tessere personalmente con il telaio, contribuendo a creare un “tessuto condiviso”.

Nel locale originariamente usato come “camera matrimoniale” viene raccontata la vita di Davide Bernasconi e della sua famiglia; vi è stato istallato un telefono, dal quale i visitatori potranno rispondere a chiamate simulate dirette a Davide Bernasconi ispirate a fatti realmente accaduti nel 1906 (che all’epoca vennero documentati dal quotidiano locale “La Provincia”).

Nella stanza adiacente viene invece illustrata la storia delle “Tessiture Bernasconi” con esposizione di materiali e oggetti storici, e attraverso i ricordi tramandati da persone che ci hanno lavorato: prendendo spunto da uno schedario (prestito del Museo della Seta di Como, che conserva i cartellini metallici degli impiegati delle Tessiture Bernasconi) è stata costruita una nuova “cassettiera interattiva multimediale”, la quale consente ai visitatori (aprendone i cassetti) di ascoltare alcuni ricordi registrati da operai, impiegati e dirigenti.

Un’altra stanza è infine dedicata al racconto della “eredità simbolica” delle Tessiture Bernasconi: per le attività produttive locali sarà possibile esporvi a rotazione i propri progetti più moderni ed innovativi (capi finiti, unici ed esclusivi) a dimostrazione del fatto che ancora oggi questo comparto economico, tipicamente comasco, è in grado di distinguersi sul mercato internazionale, sia nella innovazione, che per la qualità e il know-how.

La Villa Bernasconi, oltre al percorso espositivo-museale appena inaugurato (che resterà visitabile in maniera continuativa) continuerà ad ospitare saltuariamente anche eventi, iniziative e laboratori, da destinarsi sia ad adulti che a bambini.

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