Negli Stati Uniti rispunta la propaganda del Ku Klux Klan. Il noto gruppo razzista degli stati del sud sembrava dimenticato nelle nebbie della storia ma con la presidenza Trump torna a farsi sentire. In un volantino distribuito nel Kentuky il KKK invita a “controllare e monitorare tutti gli immigrati e denunciarli”, esalta l’idea di compiere “deportazioni di massa” degli immigrati (cfr Adnkronos, 23 gennaio 2025). È solo una delle tante manifestazioni che riconducono il trumpismo a un revival dell’ideologia della Confederazione sudista: si ricordi che nel famigerato, violento attacco al Campidoglio avvenuto il 6 gennaio del 2020 in protesta contro la vittoria elettorale di Biden quando si stava spegnendo la prima presidenza Trump, molti inalberavano le bandiere della Confederazione.

Questo e altri fenomeni sociopolitici mostrano come all’interno del trumpismo vi sia una cospicua corrente di pensiero e azione che si rifà alla vecchia Confederazione del sud, quella che fu sconfitta da Lincoln nella guerra civile del 1861-65. Qui sta il parallelo (per quanto in immagine speculare) con quanto emerso in Spagna con la presidenza del governo di José Luis Rodríguez Zapatero (2004-2011) ripresa quindi dall’attuale presidente, Pedro Sanchez, e bollata dall’opposizione come “sanchismo”.

In entrambi i casi ci troviamo di fronte al tentativo di far trionfare la cultura di governo esperita nei rispettivi paesi da coloro che persero le rispettive guerre civili. Guerre civili che tanta parte di storia hanno segnato in quei paesi.

Nella guerra civile spagnola (1936-39) la Repubblica, sostenuta e cospicuamente influenzata dall’Unione Sovietica di Stalin, perse lo scontro scatenato dal sollevamento dei militari guidati dai generali Mola, Sanjurjo e Franco.

Nella guerra civile americana persero gli stati della confederazione del sud che difendeva lo schiavismo contro i repubblicani del nord che lo schiavismo volevano abolire.

Secondo lo schematismo della semplificazione storica si può dire che in Spagna vinse la conservazione mentre negli USA vinse l’innovazione. Ma le cose sono più complesse, e lo si vede nelle riedizioni di tali conflitti cui si assiste oggi nei due paesi.

Se prendiamo come punto di riferimento la Dichiarazione universale dei diritti umani del 1948, a sua volta basata sulla lunga serie di documenti stilati in diverse circostanze nella storia dell’Occidente (es. Dichiarazione d’indipendenza del 1776, Bill of Rights del 1689) troviamo che al fondamento di tutta questa evoluzione documentale sta il biblico decalogo mosaico. Il problema sorge quando nel trascorrere degli eventi storici la sua interpretazione viene svariata dagli interessi delle classi dominanti e dalle ideologie che pur originate da quel ceppo si diramano poi in conseguenze che dal ceppo stesso si allontanano.

Così nel sanchismo troviamo, per esempio, l’esacerbarsi e travisarsi dell’idea di libertà nella concessione, promozione e difesa di pratiche quali il cambio di sesso, la pedofilia, l’aborto anche per minorenni al di fuori del controllo delle famiglie.

E nel trumpismo, per esempio, troviamo il riaffermarsi della pena di morte come se questa fosse una manifestazione di civiltà, un transitare di politiche anti immigrazione verso nuove forme di razzismo, una tendenza all’uso politico della religione.

Sono fenomeni paralleli per quanto speculari nel segno politico, radicati nella tendenza al conflitto interno in entrambi i paesi. Ma che in entrambi i casi, pur essendo di segno opposto, manifestano un allontanarsi dal cammino della civiltà che percorre le vie della ricerca del dialogo e dell’intesa fondata sul rispetto dell’altro. Sorgono dal rifiuto della politica basata sull’intesa, che in Spagna si era affermata nel 1977 con i Patti della Moncloa con i quali tutti i partiti accordavano una base comune di mutuo riconoscimento per favorire la transizione dal regime dittatoriale al regime democratico, e che negli USA si era affermata con l’accettazione dei diritti civili anche negli stati del sud che avevano continuato a coltivare l’apartheid fino agli anni ‘60 del ‘900.

Con lo speculare parallelismo di ritorno alle condizioni delle rispettive guerre civili, negli USA e in Spagna la politica è oggi intesa come la prosecuzione della guerra con altri mezzi, invertendo la visione di Carl von Clausewitz e segnando il trionfo della visione di Hobbes, homo homini lupus. E nel 2025, il cinquantennale della morte di Francisco Franco si presta come occasione per rinverdire i fasti della guerra civile in Spagna.

Se si accetta che in principio ci sia la guerra civile (di per se una contraddizione in termini, un ossimoro), in realtà per principio si rinuncia alla civiltà.

_________________________________________________________________________

Pubblicazione gratuita di libera circolazione. Gli Autori non sono soggetti a compensi per le loro opere. Se per errore qualche testo o immagine fosse pubblicato in via inappropriata chiediamo agli Autori di segnalarci il fatto e provvederemo alla sua cancellazione dal sito

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here