La città è la proiezione spaziale delle pratiche comportamentali dell’uomo; dunque la città è la materializzazione del complesso agire umano.

La città è il palinsesto tridimensionale e prospettico delle aspettative e dei bisogni dell’uomo, delle sue volontà dei suoi successi e delle sue paure.

Che sia fisica o cablata, ideale o specializzata, la città rimane principalmente la dimensione “visibile” dello spettro esistenziale umano; in pratica rappresenta la metà tangibile e immediatamente leggibile dell’universo umano.

Le chiese, le università, i tribunali, gli ospedali, i parchi, le abitazioni, gli shopping mall sono come le punte di iceberg nell’oceano, cioè rappresentano la parte emersa e cristallizzata dei mondi sommersi dell’esistenza umana.
La dimensione inaccessibile della psiche, della spiritualità vengono resi visibili e tangibili attraverso la parte emersa e illuminata della città superficiale. Le sue funzioni, le sue attrezzature diventano a pieno titolo le “porte” materializzate per accedere nel dedalo delle profondità individuali, delle dimensioni inconsce dell’uomo.
Questo suggestivo punto di osservazione ci permette di osservare i materiali urbani da prospettive inedite e cariche di proposizioni. Ci si accorge che esistono sfere di ricerca ancora inesplorate tra l’architettura , l’urbanistica e quelle più legata all’uomo, come l’antropologia per esempio.
Il progetto di un teatro o di un porto turistico così come della sistemazione di un’area di risulta, perderanno una grande occasione se non verranno indagati anche alla luce dei punti di vista sopra prospettati.
Solo prendendo in debita considerazione le molteplici sfaccettature dell’essere umano si può avere una città costruita a “misura d’uomo”.
Facendolo significherebbe mettere l’uomo al centro del dibattito contemporaneo sulla progettazione dello spazio urbano, significherebbe ri-conferire all’uomo quella centralità che in epoche passate gli si era attribuita.
Le recenti esperienze del dibattito urbanistico basate sull’urbanistica partecipata e con-divisa muovono sicuramente nella direzione del riconoscimento delle esigenze umane in tutti gli aspetti. Sono la piena legittimazione della presenza dell’uomo nei processi di trasformazione urbana dalle fasi ideative a quelle realizzative.

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