Lo studio è Terra e Tuma e la casa è stata realizzata in blocchi di cemento a vista. Povertà va assieme con bellezza e funzionalità. Tanto che l’edificio ha ricevuto il premio Building of the Year 2016 di Archdaily ed è stato premiato anche alla X Bienal Iberoamericana de Arquitectura y Urbansmo. La casa della signora Delvina Borges Ramos nel quartiere di Vila Matilde a San Paolo del Brasile: una signora che di mestiere fa la collaboratrice domestica e non aveva denari a sufficienza per permettersi una casa “normale”.

Il progetto è stato segnalato in molte delle testate specializzate in America Latina: lo pubblichiamo qui per evidenziare come anche con mezzi limitati si possano ottenere risultati non solo gradevoli, ma anche importanti.

La casa precedente, nel piccolo lotto alla periferia di San Paolo, stava cadendo a pezzi e la signora non voleva usare i suoi risparmi e l’eventuale ricavo della vendita del lotto per acquistare un appartamento che sarebbe stato ancora più piccolo e ancora più periferico. Per questo il figlio si rivolse nel 2011 allo studio Terra e Tuma.

Il percorso progettuale è stato lungo per limare tutto quanto era possibile che fosse superfluo. Il tempo per la costruzione, avvenuta nel 2015, è stato compresso il più possibile perché, una volta crollato il tetto, la signora correva il rischio di consumare i suoi risparmi per pagare l’affitto del’appartamento dove aveva dovuto rifugiarsi.

Il risultato è descritto dai progettisti come “Una soluzione semplice, frutto di un percorso lungo, complesso e di grande soddisfazione”.

Certo non sarà con questo genere di progetti che uno studio di architettura si arricchirà, ma il fatto che l’opera sia balzata agli onori delle cronache dimostra che lavorare bene, lontano dal glamour, in realtà può dare frutti insperati. A volte la soddisfazione di far le cose bene, accompagnata dalla gratitudine del committente, conta più del bombastico clamore delle passerelle.

Dati essenziali: il lotto ha forma rettangolare di 4,8 per 25 metri. Lasciato uno spazio di rispetto che funge anche da ricovero per l’automobile verso strada, l’edificio ne occupa tutta la larghezza e si sviluppa longitudinalmente con gli ambienti per la vita diurna disposti in successione nella sala-ingresso e nel corridoio che ospita anche la cucina, ed è posto al lato di un piccolo patio che consente di coltivare alcune piante e di godere lo spettacolo della vita verdeggiante, oltre che di sedersi all’aria aperta. In fondo all’edificio, una camera da letto un servizio igienico e la scala che conduce al secondo piano con un altro servizio igienico e un’altra camera, oltre al terrazzo. Il tutto per un totale di 95 mq.

Gli impianti sono contenuti in canaline a vista, esterni ai muri: il che facilita la manutenzione, mentre contribuisce ad “arredare” l’insieme, peraltro limitato a una spoglia essenzialità. Qui il minimalismo è frutto di necessità.

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Vista dal cortile d’ingresso.
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Il patio interno: oltre la vetrata di vedono le installazioni della cucina.
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Il salone-ingresso, vista verso il corridoio-cucina.
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Il corridoio con cucina e a destra un ripostiglio (vista notturna).
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Vista zenitale del vano scala.
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Il terrazzo sopra la sala, vista verso gli ambienti del secondo piano.

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Scheda:

Arquitetura
Terra e Tuma Arquitetos http://www.terraetuma.com.br/
Danilo Terra, Pedro Tuma e Fernanda Sakano
Bruna Hashimoto, Giulia Sofia Galante, Jéssica Zanini, Lucas Miilher, Zeno Muica

Paisagismo
Gabriella Ornaghi Arquitetura da Paisagem

Estrutura
Megalos Engenharia

Construção
Valdionor Andrade de Carvalho e equipe

Fotografias
Pedro Kok

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Pianta piano terra
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Pianta primo piano
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Sezione longitudinale

 Dalla relazione dei progettisti:

A inicio de 2014, la casa mostraba signos evidentes de deterioro y comenzaba a colapsarse. La señora Dalva tuvo que rentar una habitación en casa de un pariente. Eso obligó a construir la nueva casa lo más rápido posible, para que los gastos de renta no terminaran por consumir sus ahorros. Utilizamos entonces nuestra experiencia en la construcción de muros de bloques aparentes para levantar un edificio de bajo costo con gran rapidez. El reto mayor surgió en la primera etapa de la construcción. La demolición de la casa antigua tomó cuatro meses, y se realizó al mismo tiempo que se trabajaba en la cimentación y el reforzamiento de los muros de contención que sostenían a las construcciones vecinas. El trabajo de albañilería terminó seis meses después. El resultado es una solución sencilla, pero resultado de un proceso largo, complejo y gratificante: En la planta baja, hay una sala, un baño, la cocina, un carto de lavado y una habitación, conectados por un pequeño patio interior que les proporciona luz y ventilación. En la planta alta hay una segunda habitación y un huerto- jardín que crece sobre el techo de concreto de la sala, y que puede convertirse en una habitación adicional si más adelante se necesita y hay recursos para construirla”.

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