di Paolo Branca *
Pare che l’arcidiocesi di Milano sia la più grande del mondo, in quanto a fedeli cattolici (de iure, non sempre de facto), ma anche se non fosse così essa può vantare un numero di chiese e oratori attorno al migliaio, frequentati – da dati della diocesi stessa – da almeno il 25% di ‘utenti’ musulmani. Fanno i compiti e giocano, come tutti gli altri. Persino gli animali selvatici si occupano di nutrire i loro piccoli e di addestrarli contro eventuali predatori. Che fare, dunque, con questi cuccioli musulmani affidati alle nostre cure da famiglie che confidano in noi, proprio perché assicuriamo almeno un luogo dove non sono ammessi certi linguaggi, abiti succinti e men che meno fumo, droghe e peggio ancora?
A questa diocesi appartengo dalla nascita e dopo la mia laurea in Lingua e Letteratura araba alla Facoltà di Lingue orientali di Venezia, nel lontano 1982, ho ‘naturalmente’ preso a occuparmi anche di loro. Un impegno discreto e costante, lontano dai media, per puro spirito di servizio, ammesso che un simile concetto abbia ancora un senso. Non sono stato deluso quando il predecessore dell’attuale arcivescovo, il Cardinale Angelo Scola, mi nominò responsabile del dialogo islamo-cristiano… ma non mi attendevo di certo quel che ne sarebbe derivato. Su mille oratori, ne chiesi uno solo per promuovere anche la spiritualità di tanti e tante che, pur non cristiani, ne avevano sia il diritto che il dovere.
Quasi subito mi accorsi che la mia intraprendenza avrebbe disturbato i benpensanti, col pericolo che i loro oboli diminuissero di fronte a tanto ardire.
Il risultato è che per tre anni non mi fu consentito di far nulla, dopo di che resi le mie dimissioni e non faccio più nulla se non nelle carceri, negli ospedali e per la strada dove non mancano occasioni per ascoltare, incoraggiare e aiutare.
Come dice il Vangelo, lo Spirito di Dio va dove vuole, non si sa da dove venga e dove sia diretto, ma dice anche che l’unico peccato che non sarà perdonato è appunto quello contro lo Spirito. Amen!
* Paolo Branca è Professore di Lingua e Letteratura araba, Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano
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