Un paesotto interamente cinto da mura su un rilievo che domina la grande distesa della campagna sull’altopiano castigliano. Urueña, in provincia di Valladolid, 150 abitanti, una chiesa e tre musei, è la prima “Città del Libro” spagnola: tutto questo grazie all’attività della Fundación Joaquín Díaz. Dall’8 al 10 aprile 2016 vi si è svolto il “XII SIMPOSIO de PATRIMONIO INMATERIAL”, dal titolo “Una mirada al paisaje”.
Il rapporto tra essere umano e paesaggio è stato esplorato sotto il profilo storico, a partire dal modo in cui l’intervento umano vi ha inciso sin dai primi insediamenti del calcolitico, per arrivare al connubio tra città e campagna che si sta compiendo con le espansioni urbane del XX secolo.
Come è scritto nell’annuncio, “Desde el momento en que el paisaje es el resultado de una serie de elementos relacionados entre sí y abarcables para la vista humana, cualquier intervención del individuo sobre aquél debería estar marcada por el respeto al estilo resultante de la evolución histórica, a las características medioambientales o ecológicas y al sociosistema. Observando el entramado de este último convendría advertir además, que el paisaje no es sólo la representación de una realidad más o menos compleja, sino el conglomerado de sensaciones –sentimientos estéticos y emocionales- que produce su visión en el ser humano, para quien el paisaje viene a ser un libro sobre el que puede leer el pasado y el presente de aquella sociedad en la que ha nacido y vive, y tal vez proyectar un futuro mejor para esa misma sociedad.”
Ne diamo notizia attraverso alcune immagini del simposio stesso e richiamando la sintesi pubblicata su “Avvenire” il 14 aprile 2016.
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