Leonardo Servadio
«Se continuiamo a pianificare arterie di grande scorrimento per le automobili, continueremo ad avere città piene di automobili» sostiene Gioia Ghezzi, da qualche mese presidente di ATM (Azienda Trasporti Milanesi). Per cambiare musica sta continuando a estendersi la rete di trasporti su ferro in città. «È questa a mio avviso – sostiene Gianni Verga, urbanista e presidente del Collegio ingegneri e architetti di Milano – una delle migliori notizie lasciateci dal 2020: i lavori per realizzare la linea 4 della Metropolitana sono continuati senza interruzioni malgrado la pandemia e non vi sono stati particolari imprevisti, tranne quelli che sempre vanno messi in conto per opere di simile portata».
Il completamento della Linea Blu, che unirà l’aeroporto di Linate con il Giambellino passando per il Duomo, è previsto per il 2022. A quel punto Milano avrà un totale 119 km di linee metropolitane. Come la M5 Lilla, anche la Blu sarà dotata di guida automatica e solo queste ultime due linee consentiranno di ridurre di 30 milioni all’anno gli spostamenti in automobile, con una contrazione nel consumo annuo di carburanti per un totale di 16 milioni di tonnellate. E già si è aperta la discussione sulla linea 6, Arancione, che andrà da Quarto Oggiaro a Ponte Lambro.
«In realtà – insiste Verga – non è nuovo il grande progetto della rete metropolitana, la cui qualità pone Milano tra le principali città europee. Già a metà degli anni Cinquanta del ‘900 l’ingegner Ercole Bottani, fondatore e primo presidente di MM, aveva programmato tutto. Il problema sorse con le giunte susseguitesi tra la metà degli anni Settanta e degli anni Novanta: realizzate le prime due, la costruzione delle altre linee fu sospesa per un ventennio. Ma sta qui, nella Metropolitana – più che nei percorsi ciclabili che peraltro apprezzo e pratico – la chiave per rendere migliori i trasporti e l’ambiente urbano. Non solo, con la loro estensione fuori città, come già avvenuto con la Linea 2, si avrà veramente un’integrazione di tutta la città metropolitana». Ercole Bottani fu anche il fondatore, nel Politecnico in cui era docente, del primo centro europeo di calcolo elettronico e già ai suoi tempi prevedeva treni a guida autonoma.
L’importanza dello sviluppo delle linee metropolitane risulta tanto più evidente se si considera come, arrestato il processo di espansione orizzontale avvenuto mangiando le campagne vicine, la crescita della città avviene ora al suo interno e in verticale: i nuovi edifici tendono a essere molto elevati. Il che consente di lasciare spazi verde al loro intorno, ma comporta anche una densificazione che a sua volta richiede sistemi di trasporto adeguati: né si può pretendere che tutti usino la bicicletta o il monopattino.
Nel 2020, vicino alla zona Porta Nuova è stata completata la torre Gioia 22, alta 120 metri per 26 piani, soprannominata La Scheggia è primo edificio in Italia che risponde ai criteri “Nearly Zero Energy Consumption”: capace di ridurre quasi a zero il consumo di energia non prodotta nell’edificio stesso. Vi sono almeno una dozzina di torri in costruzione. A partire da Gioia 20 East, progettata da Antonio Citterio e Patricia Viel proprio accanto alla Scheggia e vicina alla Biblioteca degli Alberi. E poi la torre progettata da Mario Cucinella, sempre presso Porta Nuova: caratterizzata dalla pianta ellittica, per via della quale è chiamata Nido Verticale. E ancora The Portico, vicino a Citylife e al Velodromo, progettato da BIG e soprannominato Lo Sdraiato, un’originale costruzione a porticato lunga 140 metri e distesa a catenaria tra due torri, una di circa 100 metri e l’altra di cinquanta: dovrebbe essere pronta per il 2023. Mentre per il 2022 si prevede il completamento di Torre Milano, in via Belgirate: 24 piani per 83 metri. Sarà un edificio abitativo, come residenziali saranno anche diverse altre torri in costruzione nella zona di Cascina Merlata che balzò agli onori delle cronache con Expo 2015: tra queste le prime a essere completate dovrebbero essere nel 2021 Social Village 3 e 4, alte rispettivamente 65 e 84 metri, e Città Contemporanea, alta 83 metri.
E poi nel 2021 si auspica possano cominciare i lavori per risistemare lo scalo ferroviario di Porta Romana, dove sorgerà il Villaggio per ospitare gli atleti delle Olimpiadi Invernali del 2026. La città sempre si muove, ma con evoluzioni lente, apprezzabili sul lungo periodo, non nel corso di giorni o mesi. Se neppure il pandemico 2020 è stato un anno di stasi, ancor meno lo sarà il 2021.
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