L’organizzazione terroristica Isis, ha rivendicato l’attentato nella città libica di Tripoli. 5 uomini armati sarebbero, di fatti, entrati nell’hotel Corinthia e, dopo aver ucciso 3 agenti di sicurezza posti all’entrata, hanno raggiunto il 24esimo piano, normalmente riservato alla missione diplomatica del Qatar assente in quegli istanti. L’edificio, il più lussuoso della capitale, accoglie uomini d’affari, diplomatici ma sopratutto il rappresentante speciale dell’Onu per la missione in Libia, Bernardino Léon Gross. Diplomatico chiave delle negoziazioni di questi giorni a Ginevra. Gli attentatori, dopo aver fatto esplodere due vetture poste all’esterno dell’hotel avrebbero deciso di farsi saltare in aria, come riferisce Al-nass, porta voce delle operazioni di sicurezza a Tripoli. La drammatica conta sarebbe di 9 i morti in totale e 1 attentatore arrestato, secondo quanto riferito dal ministero degli interni locale. I 3 agenti morti sarebbero tutti di nazionalità filippina. L’Isis ha subito fatto sapere di essere la mente di qui dramatici istanti. “Raid Abu Anas Al-Libi” infatti, il nome data all’operazione sanguinaria avvenuta oggi. Vendetta per il terrorista (Al-Libi) arrestato dagli americani a Tripoli nell’ottobre 2013 e morto il 2 gennaio in un ospedale a New York, li dove era ricoverato in stato di detenzione. Per un primo tempo si è pensato che l’obiettivo fosse Omar Al-Hassi, capo di governo autoproclamato, che in quel momento si trovava nell’hotel a pochi piani sotto, subito però portato in salvo dal retro dell’edificio. La giornalista Rana Jawad, corrispondente in Libia per la BBC ha scritto sul suo account twitter che l’hotel già in passato aveva ricevuto minacce, tramite messaggi del tipo :“evacuare l’edificio”.
Dall’Italia le prime dichiarazioni sono arrivate da Federica Mogherini che condanna l’attacco dicendo : “Un atto di terrorismo riprovevole. Colpisce gli sforzi destinai a ristabilire la pace e la stabilità nel paese”. Segue poi il ministro degli affari esteri Gentiloni che afferma come questo atto sia “un tentativo di boicottare, danneggiare e influenzare negativamente gli sforzi in corso a Ginevra. La Farnesina” – ha aggiunto – “sta monitorando la situazione di sicurezza di Tripoli in questi istanti”. La Libia, dal 2011, con la caduta dell’impero Gheddafi, è divenuta terra di nessuno. L’inefficienza della politica centrale ha portato i gruppi terroristici ad avere libero accesso. Nello stesso anno, la città di Derna si ritrovò in mano ai gruppi radicali di Ansar al-Charia, organizzazione classificata come terroristica dall’Onu.
La stessa che poi trasformò la città in “emirato islamico”. Tripoli, la capitale, è controllata da Fajr Libya, coalizione di miliziani islamisti e l’intera nazione, per il 4% del territorio, è sotto il controllo delle organizzazioni del terrore, che, stando alle ultime informazioni, stanno monitorando e controllando i porti, così da far arrivare sulle coste europee barconi pieni di immigrati ed infiltrati. E se Kobane per il 90% risulta essere di nuovo nelle mani dei kurdi, l’Isis per l’europa intera continua ad essere sempre più una minaccia reale.
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