Se Maometto non va alla montagna… L’antico detto è stato messo in pratica dalla Veneranda Fabbrica del Duomo di Milano: «Abbiamo fatto di necessità virtù» ha spiegato il suo presidente, Fedele Confalonieri, nel presentare il 24 novembre 2020 le due nuove iniziative “Milano Duomo Card” e “Capolavori”. Loro scopo è permettere di entrare nel Duomo anche senza andarci fisicamente: sarà il Duomo ad andare da chi lo desidera visitare e conoscere meglio; inoltre lo scopo è di razionalizzare la programmazione delle visite in situ e di allacciare un più stretto dialogo tra l’antica istituzione ambrosiana (la Fabbrica, si ricordi, lavora ininterrottamente dal 1387), i cittadini e le scuole. Le due iniziative nascono perché nell’annus horribilis della pandemia gli introiti derivanti dagli ingressi a pagamento sono crollati approssimativamente dell’80 percento, con una perdita calcolabile in oltre 22 milioni di euro. Ed è noto che da anni i contributi pubblici per l’attività della più antica fabbrica del mondo si sono ridotti ai minimi termini.
Il problema è dunque: che fare per mantenere le decine di persone che vi lavorano, tra le quali un centinaio sono addette alla manutenzione e ai continui rifacimenti delle 135 guglie, delle quasi 3200 statue, e di modanature, contrafforti, pilastri, colonne, archi che ne compongono l’architettura? «Vi sono blocchi di pietra pesanti quanto un’automobile utilitaria che vanno sollevati in alto per sostituirli agli elementi ammalorati. Se operazioni di questo genere non sono compiute per tempo e con la dovuta precisione e accuratezza – ha riferito il capo dei costruttori, lo “architetto” della Fabbrica ing. Francesco Canali – ne risente tutto l’organismo strutturale». Questo è il principale motivo per cui l’opera non può arrestarsi, anche se la pandemia comprime gli introiti su cui si regge l’attività di cantiere.
Di qui le nuove iniziative intese ad avvicinare i cittadini al Duomo «e a dar vita a un nuovo mecenatismo diffuso» ha spiegato mons. Gianantonio Borgonovo, Arciprete del Duomo. La Milano Duomo Card (disponibile in quattro tipologie diverse, del valore da 30 a 100 euro l’anno, a seconda che valga per una, due, tre o quattro persone) consente un accesso gratuito alla visita completa del Duomo per i titolari, sconti per gli accompagnatori, accessi illimitati al Museo del Duomo, sconti speciali per i numerosi gadget del Duomo alcuni dei quali sono già entrati autorevolmente nella storia del design italiano, accesso ai contenuti multimediali online che sono continuamente aggiornati e riguardano la storia del Duomo, le opere e gli eventi in corso.
Alcuni incaricati della Fabbrica si dedicano alla ricerca di archivio sulla storia della cattedrale, che è in nuce la storia della città e dei suoi rapporti col continente. È noto infatti che nel corso dei secoli al cantiere del Duomo hanno partecipato artisti, artigiani, scalpellini, capimastro, disegnatori, tessitori (notevoli sono gli arazzi), e naturalmente amministratori, architetti e ingegneri non solo italiani ma anche di diversi altri Paesi europei. Le opere esposte nel Museo ne danno conto, ma ancor più dettagliatamente ne dà conto l’impressionante mole di documenti depositati negli archivi, accuratamente tenuti sin dai primi giorni di attività della fabbrica e non consultabili facilmente dal pubblico.
Da questi archivi nasce la seconda proposta della Veneranda Fabbrica: pregiate stampe in diversi formati, certificate, che riproducono opere d’arte, disegni e progetti alcuni dei quali inediti, o elementi architettonici, varie viste della cattedale nel suo complesso e suoi particolari: sono i “Capolavori” acquistabili online e recuperabili anche (così come la Duomo Card) presso le librerie Mondadori di Piazza Duomo e della Galleria Vittorio Emanuele, che sono state messe a disposizione della Fabbrica «perché siamo parte integrante del territorio – ha detto Carmine Perna, di Mondadori Retail – e oggi più che mai la solildarietà e la collaborazione sono essenziali per promuovene i valori».
Un’altra iniziativa or ora nata è la “EducarD”, rivolta alle scuole di ogni ordine e grado: acquistandola una classe di 30 studenti potrà avere accesso a visite guidate, lezioni speciali, approfondimenti tematici, tavole educative studiate per le differenti età, a partire dai più piccoli: fondamentale per educare cittadini consapevoli della storia di una delle principali metropoli europee città, nonché persone attente ai fondamenti della progettazione architettonica che hanno avuto, e hanno tutt’ora, le loro punte più avanzate in edifici come il Duomo. Non è solo questione di educare i ragazzi a conoscere questo che continua a essere il cuore pulsante di Milano, ma di osservare attraverso di esso uno spaccato di storia lungo oltre sei secoli, che dice dell’anima di Milano e ben più di essa: dice dell’evoluzione della cultura e della tecnologia in Europa, e dei rapporti intessuti nei secoli tra i suoi diversi territori.
Con questa in iniziativa il Duomo mira ad attivare un nuovo mecenatismo diffuso, ma anche a proporsi nuovamente come fulcro della nostra società. Negli anni recenti, l’epoca del grande afflusso turistico, il Duomo è stata la prima e più importante meta ambita da visitatori italiani e stranieri a Milano. Il momento di pausa imposto dalla pandemia in fondo diviene anche un’occasione per ristabilire un contatto nuovo con la popolazione, a partire appunto dalle scuole.
Tenendo presente che, se visto nella prospettiva storica e artistica, il Duomo è bensì monumento fondativo per la città, con la sua maestosità ineguagliabile e i suoi tanti primati (per esempio il suo organo maggiore, in procinto di essere restaurato, è il più grande in Italia e tra i maggiori al mondo) ma è anche, soprattutto, la chiesa matrice e ogni giorno vi si officiano celebrazioni liturgiche e sono disponibili sacerdoti per il sacramento della riconciliazione. Perché è veramente la casa di tutti i cittadini milanesi, ed è stato costruito nel tempo e mantenuto sempre grazie proprio ai contributi e donazioni dei cittadini.
In questo c’è un significativo parallelismo tra Duomo di Milano e Sagrada Familia di Barcellona: anche questa è nata soprattutto grazie alle donazioni di cittadini, e non solo le due città si sono distinte nella storia come quelle che, l’una per Italia e l’altra per la Spagna, più sono aperte allo scambio con gli altri Paesi europei. Inoltre le loro più importanti due chiese, per quanto la Sagrada Familia non sia cattedrale e sia ben più recente del Duomo, sono i loro principali araldi sul proscenio internazionale. Due chiese che sono entrambe dotate delle più importanti fabbricerie esistenti al mondo.
Entrambe hanno subito gli effetti del blocco imposto alle visite turistiche. Sarebbe bello che in queste circostanze entrambe potessero trovare un modo di collaborare: perché queste due grandi chiese, assieme offrono un importante, vasto e variegato quadro di come si evolve la civiltà europea, non solo nel passato ma anche in questi nostri attuali anni tumultuosi.
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